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Mogli devote, tormentate coppie di amanti e vedove vagabonde popolano queste pagine dense di lirismo, in cui Tagore fonde magistralmente la descrizione della realtà quotidiana ai grandi temi della spiritualità orientale. Pubblicati per la prima volta nel 1916, i tre racconti qui proposti hanno come sfondo comune la condizione della donna agli albori del secolo scorso, inquadrandola all'interno del complesso sistema castale indiano ma rendendola al tempo stesso protagonista di eroici sacrifici e profonde riflessioni ultraterrene. Le peripezie umane si fanno così veicolo di una potente esperienza religiosa, espressa dalla sensibilità dell'autore con poetica semplicità.